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CATECHESI - LETTURE PAOLINE: La 1a e la 2a Epistola ai Corinzi - A cura di don Gabriele d’Avino FSSPX (Italia) - Radio Vobiscum - 09.12.2016 « Una voce cattolica nella tua vita » . ASCOLTARE >> Altro
CATECHESI - LETTURE PAOLINE: La 1a e la 2a Epistola ai Corinzi - A cura di don Gabriele d’Avino FSSPX (Italia) - Radio Vobiscum - 09.12.2016

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CATECHESI - LETTURE PAOLINE: La 1a e la 2a Epistola ai Corinzi - A cura di don Gabriele d’Avino FSSPX (Italia) - RadioVobiscum.Org - 09.12.2016

DOVE / QUANDO: Ogni 1° Sabato del mese - Cappella Santa Caterina da Siena - Via Urbana, 85 - Roma (Italia) - Info: 06.930.6816 o vedere SanPioX.it [qui]

RIASSUNTO - La 1a Lettera ai Corinzi: Paolo scrisse questa lettera dopo aver evangelizzato Corinto per un periodo di oltre 18 mesi, dalla fine del 50 alla metà del 52. Secondo la sua consuetudine di operare nei grandi centri, voleva impiantare la fede cristiana in questo porto famoso e molto popolato, da dove si sarebbe irradiata in tutta l'Acaia. Di fatto riuscì a stabilirvi una forte comunità, soprattutto negli strati modesti della popolazione (1 Cor 1,26-28). Questa grande città era un centro di cultura greca, dove si affrontavano correnti di pensiero e di religione molto differenti tra loro, e celebre per il caratteristico rilassamento dei costumi. Corinto era una città rinomata e voluttuosa, dove si incontravano i vizi dell'Oriente e dell'Occidente. Inoltre un noto dizionario biblico fa notare che : La sua ricchezza fu tanto celebrata da divenire proverbiale; tali furono il vizio e la dissolutezza dei suoi abitanti. Il contatto della giovane fede cristiana con questa immorale capitale del paganesimo doveva porre ai neofiti numerosi e delicati problemi. Paolo nella sua prima lettera ai cristiani di Corinto (così come nella Seconda lettera ai Corinzi) cerca di risolverli. - La 2a Lettera ai Corinzi: Paolo scrisse questa seconda lettera ai Corinzi non molto tempo dopo la prima (si può pensare agli anni 56 e 57). A Corinto erano arrivati in quel periodo dei nuovi apostoli, degli evangelizzatori che avevano non soltanto preso le loro distanze dalla persona di Paolo (anziché riconoscerne l'autorità e il ruolo di privilegio nei confronti dei Corinzi, essendo egli il fondatore di quella comunità); ma addirittura erano giunti a contestare la sua autorità di apostolo e di padre della comunità di Corinto.Erano con tutta probabilità giudeo-cristiani venuti da fuori regione, con delle lettere credenziali che avevano lo scopo di “raccomandarli” presso le comunità in cui si insediavano (in questo caso Corinto): forse avute da Chiese giudeo-cristiane importanti (forse anche dalla stessa Gerusalemme); si presentavano e si definivano “servitori di Cristo”, suoi “apostoli”; ostentavano se stessi in modo sfacciato; con tutta probabilità si facevano mantenere dalla comunità stesse. Infatti Paolo, polemicamente, insiste sul suo lavoro con cui ha provveduto personalmente al proprio mantenimento senza pesare sui Corinzi. Scrive che questi apostoli sfruttano i Corinzi.

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