L'UE vuole imporre il riconoscimento dei genitori omosessuali

Coghe: "Si mira a legittimare pratiche barbare come l'Utero in Affitto, la compravendita di gameti e la procreazione medicalmente assistita".

L’Unione Europea – anziché occuparsi di cose serie come inflazione, aumento dei carburanti, calo del potere d’acquisto dei cittadini – continua ad insistere con l’Agenda Gender, volta a portare nelle legislazioni dei Paesi membri quella che è una vera e propria forzatura voluta dalla Lobby LGBT.

L’avvocato Simone Pillon (nella foto a destra), ex Senatore della “Lega”, appresa la notizia di un Certificato europeo di genitorialità per i figli delle coppie gay, ha immediatamente fatto sapere: “Il Parlamento UE si allinea al diktat LGBT e aggira il divieto di Utero in Affitto, votando il “certificato europeo di genitorialità” che gli stati membri dovranno riconoscere automaticamente. Così muoiono i diritti di donne e bambini, tra applausi scroscianti”.

Sul tema è intervenuto anche Jacopo Coghe (nella foto a sinistra), portavoce di “Pro Vita & Famiglia”, che in una nota stampa diretta e non edulcorata ha tuonato: “Con il voto positivo della Plenaria del Parlamento Europeo si certifica la volontà ideologica dell’Unione Europea di voler calpestare la sovranità degli Stati Membri in tema di diritto familiare per imporre il riconoscimento dei genitori omosessuali e così anche legittimare pratiche barbare e aberranti come l’utero in affitto, la compravendita di gameti, e la procreazione medicalmente assistita, anche quando queste sono illegali e vietate negli Stati”.

Tra i nostri lettori che hanno figli e famiglia sono immediatamente iniziate le preoccupazioni. Tutto questo, come dice Coghe, è aberrante perché lede il diritto di autodeterminazione giuridica che ogni Paese ha diritto di esercitare.

Inutile dire come questo Certificato europeo annulli gli sforzi dell’80% degli italiani che hanno affossato – lì si con “applausi scroscianti” – l’orrido Ddl Zan che avrebbe fatto finire in carcere chiunque non si fosse omologato alla Lobby LGBT e alle sue elucubrazioni discutibili.

Ma andiamo avanti.

Secondo Jacopo Coghe, voce più che autorevole in materia, “Voler obbligare a riconoscere i certificati di genitorialità “indipendentemente da come il bambino è stato concepito o è nato” è una gravissima ingerenza, guidata dalle Lobby LGBT e noi di Pro Vita & Famiglia lo avevamo denunciato già lo scorso luglio a Bruxelles con il convegno “Fermiamo il mercato dei figli”, insieme a varie sigle del mondo femminista e pro family”.

Tutto ciò è allarmante. Perché a Bruxelles c’è questa atavica necessità di demolire il concetto di famiglia ad ogni costo? A che pro un simile attacco all’istituto giuridico più importante di una nazione?

Simili domande arrivano da “Pro Vita & Famiglia” che, rivolgendosi al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, scrive: “Chiediamo al nostro Governo una rapida e puntuale risposta affinché tranquillizzi gli italiani che non cederà mai a queste ingerenze dell’Unione Europea e continuerà sulla strada opposta, ovvero quella che vuole far diventare l’Utero in Affitto reato universale. Non si può più aspettare e il grave voto dell’Europa ne è una conferma”.

Come sempre seguiremo la vicenda e vi informeremo doviziosamente.

 

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Articolo pubblicato il 19/12/2023