POLITICA & GIUSTIZIA

Faro dei pm sul "Sistema Gallo": assunzioni, favori e visite mediche in cambio di voti

L'ex ras socialista accusato di peculato ed estorsione in consorso. Suo figlio Raffaele è il capolista del Pd alle prossime regionali. "Se non mi trovi 50 voti ti tolgo il saluto". Dalle cene pagate con la carta aziendale di Sitalfa alle tessere per viaggiare gratis in autostrada

“Se non mi trovi cinquanta voti ti tolgo il saluto”. Così diceva al telefono Salvatore Gallo, 84 anni tra qualche giorno, figura storica della politica a Torino, alla vigilia delle elezioni amministrative del 2021. Quei voti non erano per sé, ma per uno dei tanti candidati del Pd che voleva piazzare in Consiglio comunale o nelle circoscrizioni. E aveva ragione ad aspettarseli perché al suo interlocutore aveva fatto un favore: un intervento medico in tempi rapidi. Per i pm è violazione della legge elettorale del 1960. Ce ne sono tanti altri di episodi simili che secondo il gip sono uno spaccato della “politica clientelare” orchestrata da Gallo, una lunga carriera politica dal Psi al Pd. Voti in cambio di un’assunzione, una promozione, una nomina in qualche ente o fondazione, una pratica, un aiuto qualsiasi. Che si trattasse di spostare una fermata del bus o dei cassonnetti della spazzatura o di allungare il contratto di lavoro lui aveava un unico scopo: accumulare crediti da spendere nelle urne.

Che Salvatore Gallo fosse uno dei capibastone del Pd è cosa nota, da tempo, e che utilizzasse la sua rete per sostenere i suoi candidati alle elezioni anche. Che lo facesse in modo illegale o illecito è tutto da dimostrare, ma è quello che sostiene la Procura di Torino che lo indaga per estorsione e peculato nell’ambito dell’inchiesta Echidna sui rapporti tra ‘ndrangheta e concessioni autostradali (nessuna contestazione a Gallo viene mossa sulle relazioni con la criminalità organizzata). All’ex ras del garofano torinese viene contestato il metodo “clientelare” di proselitismo e l’utilizzo dei fondi di Sitalfa, società del gruppo Sitaf concessionaria dell’autostrada Torino-Bardonecchia e del traforo del Frejus: quando all’interno ricopriva un ruolo dirigenziale e ancora successivamente attraverso i suoi successori. Falce e casello, politica e affari, tessere e favori: così, secondo la Procura si è sviluppato il “sistema Gallo”, che l’ha portato a estendere sempre più la sua influenza dentro il Pd e nella sanità piemontese, altra sua “passione”.  

Il figlio Raffaele è capogruppo nel Consiglio regionale del Piemonte, dovrebbe guidare la lista del Pd alle prossime regionali ma ora c'è chi prospetta un suo arretramento per questioni di opportunità. Alle ultime amministrative di Torino, Gallo senior ha fatto eleggere in Sala Rossa tre persone a lui legatissime, Caterina Greco, Anna Borrasi e Antonio Ledda e poi consiglieri in tutte le circoscrizioni. Avrebbe voluto un assessore, ma Stefano Lo Russo chiarì ai tempi che la giunta sarebbe stata individuata sulla base del principio della “competenza” e lui dovette arrendersi non prima di averci provato in ogni modo, anche sottolineando in telefonate con il figlio Raffaele che, dieci anni prima, pure Piero Fassino, appena eletto sindaco, non voleva nominare Stefano (l’altro figlio di Salvatore), ma lui mosse mari e monti e grazie anche all’intervento di Ignazio Moncada, gran burattinaio dietro le quinte, si ricredette e arrivò il posto in giunta. Questa volta è andata diversamente e il gruppo che ruota attorno all’associazione Idea-To s’è dovuto accontentare di posizioni di sottogoverno.  

Che nella sua condotta ci siano dei reati è da dimostrare, di certo le carte dell’inchiesta mostrano uno spaccato di un modus operandi che a fasi alterne è stato al centro anche di aspre polemiche all’interno dello stesso Pd. Sotto la lente della magistratura inquirente c’è il suo rapporto con l’ex manager di Sitalfa Roberto Fantini, finito agli arresti domiciliari con l’accusa di aver favorito alcune ditte legate alla ‘ndrangheta, grazie a lui beneficiarie di appalti per la manutenzione dell’autostrada. Lo stesso Fantini che nel novembre 2022 viene indicato dal Pd in Orecol, organismo del Consiglio regionale presieduto dal magistrato Arturo Soprano e deputato alla vigilanza sul funzionamento della giunta, la legalità dei suoi atti e la legittimità degli appalti. Proprio in queste ore arriva la notizia che i capigruppo, tra cui lo stesso Gallo, hanno concordato di convocare la commissione nomine lunedì e Consiglio martedì con l’intento di sostituire Fantini.

Era il febbraio 2021 quando Massimo Fantini, fratello di Roberto, chiede a Salvatore Gallo di intercedere attraverso il figlio per un incontro con la sindaca di Settimo Elena Piastra. Nelle intercettazione finite agli atti dell’inchiesta sono tante le intercessioni richieste dalla famiglia Fantini presso esponenti del Pd e Gallo ha facilitato i contatti, sfruttando anche la posizione del figlio Raffaele. I Gallo hanno accolto anche un’altra richiesta di intercessione, siamo nell’ottobre 2020, quando Roberto Fantini chiede aiuto per ottenere un’autorizzazione dall’Asl per il Centro fisioterapico canavesano, di un suo amico o conoscente, Paolo Mattana, che del centro era l’amministratore delegato. Una mano lava l’altra e tutte e due lavano il viso. Così fan tutti, si dirà. Sistemi da prima repubblica, dove Gallo senior si è fatto le ossa, nel Psi di Bettino Craxi. Ha oliato gli ingranaggi? Lo stabiliranno i giudici.

Intanto i pm mettono l’accento su pressioni che talvolta diventavano minacce come nel caso che ha coinvolto Rocco Zaccuri, dipendente di Sitalfa e candidato in Circoscrizione 4 col Pd nelle amministrative del 2021. Secondo i pubblici ministeri Salvatore Sergi, nel ruolo di direttore del personale di Sitaf, e Vincenzo Colosimo responsabile degli acquisiti di Sitalfa (controllata di Sitaf) su indicazione di Gallo avrebbero addirittura minacciato Zaccuri di gravi ripercussioni sulla sua carriera, financo il licenziamento, se non avesse trovato voti oltreché per se stesso per un’altra candidata legata all’associazione IdeaTo di Gallo. Entrambi sono indagati in concorso. Sergi fa anche parte della direzione regionale del Pd.

Tra le accuse rivolte a Gallo c’è anche l’utilizzo improprio dei fondi di Sitalfa, utilizzati per pagare due cene alla Trattoria Torricelli. Importo complessivo di 1.750 euro. E poi ci sono le ambitissime tessere per poter usufruire gratuitamente dell’autostrada Torino-Bardonecchia e attraversare il Frejus, tra le tratte più care della rete nazionale: dai medici ai politici e non solo. “Ti serve quella tesserina?”. Nessuno rispondeva di no, anche tra i giornalisti. Anche di quelle testate che domani pubblicheranno una paginata sul sistema di potere di Gallo.

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